Didattica a distanza: perché non comprare smartphone e connettività con carta del docente?

Dal momento della sua introduzione si assiste ad una serie di scelte illogiche su ciò che è possibile comprare o meno con la carta del docente. Una delle domande più frequenti riguarda l’uso di uno smartphone, ormai considerato strumento di lavoro a tutti gli effetti ma di fatto tagliato fuori dalla carta del docente. Stessa sorte tocca ai tablet aventi funzioni di telefonia, come se telefonare fosse un lusso non necessario per lo svolgimento del proprio lavoro.

Questo periodo particolare segna anche una svolta nell’uso delle nuove tecnologie. Molti docenti lavorano lontani da casa e usano lo smartphone come unico strumento per la connessione ad internet magari per la sola connessione poi veicolata verso un computer.
All’uso del dispositivo si aggiunge un piano tariffario a proprie spese magari potenziato in modo da poterlo usare per la didattica a distanza.

In queste ultime settimane il ministero ha ampliato il ventaglio di prodotti acquistabili con carta del docente ma ha ancora tenuto fuori smartphone e piani tariffari per l’uso della connessione internet, oggetti strumentali e funzionali al nostro lavoro a distanza.

Anche i docenti precari, non titolari di carta del docente sono soggetti a spese personali per garantire il funzionamento non obbligatorio ma deontologicamente importante della didattica a distanza.

Sarebbe il caso che il Ministero decida di allargare il ventaglio di prodotti acquistabili con carta del docente includendo servizi e prodotti che adesso i docenti stanno usando ma di cui avranno bisogno nei prossimi mesi, perchè questa pandemia, certamente, non garantisce il rientro a scuola a settembre a tutti gli effetti con relativo abbandono della didattica a distanza.

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