Didattica a distanza, videoconferenza e privacy, le 5 regole che mi sento di seguire

Spesso quando si parla di lezioni in videoconferenza ci si pongono tanti interrogativi importanti cui non si riesce a dare spiegazione. Il primo riguarda la presenza o meno delle facce degli studenti oltre che delle voci. C’è poi da considerare il fatto che gli studenti si trovano a casa loro, quindi di fatto i genitori potrebbero assistere. Come si configura la presenza del genitore in quella che è la classe virtuale del momento? Non è forse equiparabile al suo ingresso in aula fisica negato per legge? S sei intende registrare, come e cosa occorre tagliare dalle registrazioni? Le registrazioni possono essere usate esternamente alla classe? Se vengono usate internamente alla classe come ci si può assicurare che non vengano diffuse?

A tal proposito io seguo 5 regole semplici:

  1. Non registro alcuna videoconferenza che preveda l’intervento degli studenti. La sua registrazione anche se usata dentro la classe potrebbe essere veicolata al di fuori dagli stessi studenti senza il nostro controllo.
  2. Se devo registrare non prevedo alcun intervento da parte loro.
  3. Non chiedo di apparire in video, a me basta la voce a turno o la chat. In questo modo evito che altri possano registrare video pur non accedendo alla registrazione integrata nell’app, ad esempio facendo ulteriore screencast. Apparire in video potrebbe dare maggior controllo sull’attenzione ma rischia di diventare un boomerang.
  4. Chiedo di stare in una stanza dove si trovano da soli. Non deve essere possibile che un genitore possa assistere a mia insaputa, gli altri partecipanti alla videolezione hanno diritto alla privacy e non possono essere visti in attività dai genitori di altri compagni mentre ci sono lezioni on line
  5. Evito “interrogazioni” orali usando video, se devo dialogare uso solo la voce.

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