Buon compleanno Google, 20 anni dopo il garage!

Chi usa la rete da pochi anni pensa che a Google come a qualcosa che sia sempre esistita. Nell’immaginario collettivo dell’internata, Google rappresenta la cartina stradale la guida, il manuale, il luogo dove tutto si trova. Non sa, invece, che nel vecchio millennio se ne doveva proprio fare a meno. C’erano alternative, g’erano le yellow pages di internet, addirittura cartacee, c’erano motori di ricerca come Altavista e Yahoo, c’erano motori di ricerca italiani come Virgilio. Ma nessuno aveva ancora pensato a sostituire l’uomo nell’indicizzazione dei siti e dei loro contenuti.
Nessuno aveva pensato a degli algoritmi che dessero un determinato punteggio di ranking scandagliando la rete e soprattutto basandosi sulle stesse scelte degli utenti. Un po’ come le reti neurali che apprendono, un po’ come le sinapsi che nascono dalla connessione tra neuroni e si rafforzano con l’apprendimento. I potenti algoritmi sempre più evoluti hanno fatto scalare a Google la classifica dei motori di ricerca più utilizzati fino a rappresentare IL motore di ricerca. Se chiediamo a tanti internauti quali alternative conosce, in effetti non sa rispondere. Neanche Microsoft già sulla rete sin dall’inizio è riuscita a strappare una posizione che – c’è da dire – è stata anche sottovalutata.
Ma cosa ci ha guadagnato Google da tutto questo? E’ la domanda che si ponevano al futuro coloro i quali vedevano tanta fatica in un motore di ricerca. Pubblicità, pubblicità sempre più invasiva ma apparentemente innocua. Inserzioni che se ne stanno lì tra i risultati ma che nel frattempo intuiscono sempre di più e prevedono le scelte degli utenti in base a leggi statistiche sempre più affinate.
Pubblicità in testa ai risultati e in coda in una rete che accumula miliardi e miliardi di risultati e dove essere nelle prime pagine è importante. Google inventa di sana pianta il SEO; Search Engine Optimization, ovvero l’ottimizzazione delle pagine affinché siano ben indicizzate. Man mano rappresenta uno standard da seguire se si vuole stare sul mercato. Perchè se è vero che scrivere sul web ci rende raggiungibili a tutti, è anche vero che per essere raggiunti qualcuno deve informare della nostra esistenza. Google nasce quando il mercato della pubblicità sul web è ancora agli albori, poi ci credono, pochi investono. Tuttavia qualcosa esce fuori, Google supera i flop della prima bolla speculativa di Internet tra il 2000 e il 2002, quella, cioè che assiste al fallimento di tante internet company senza infrastruttura basate solo sul nulla, quella che vede la nascente Tiscali capitalizzata più della Fiat in borsa.

Ma il grande salto avviene quando Google stesa viene quotata in borsa. Nel 2004 quando tutti falliscono Google cresce. Quando America on line perde utenti, Netscape è un lontano ricordo pur avendo inventato il browser, quando il web prende una nuova forma diventando web di produzione piuttosto che solo web di fruizione, Google viene quotata in borsa nel 2004. Arriva una montagna di soldi, troppi da gestire ma la gestione intelligente e lungimirante fa sì che una serie di acquisizioni intelligenti trasformino google in qualcosa che non è solo motore di ricerca ma punto di riferimento.
Nascono tanti progetti e strumenti anche gratuiti come Google Map, il cloud, la posta elettronica evoluta e una miriade di strumenti per informatici che qui non specifico per mancanza di spazio.
Man mano Google acquisisce nuove tecnologie e le impianta su una infrastruttura che diventa sempre più solida. Una entità che a molti sembra impalpabile e non meglio definita ma gira su oltre 2.5 milioni di server tutti interconnessi nei vari datacenter. Interi edifici, capannoni attrezzati con all’interno ciò che serve a soddisfare oltre 50milioni di ricerche al secondo e una quantità smisurata di richieste per il cloud.
Il grande salto nasce con l’intuizione tra l’altro banale di dotarsi di un proprio browser, chrome,  che nel tempo scala le classifiche fino ad essere il più utilizzato scalzando il monopolio di microsoft e il browser free Firefox.
La consacrazione definitiva avviene con Android e tutto il mondo del mobile alternativo ad Apple. Android ha appena compiuto 10 anni ed è grazie a Google capofila che si sviluppa una cordata di aziende in grado di supportarlo al massimo e di creare una valida alternativa ad iOS. Ma cosa c’entra un motore di ricerca con un sistema operativo per cellulari? Apparentemente nulla ma la grande disponibilità “gratuita” di Google di ospitare tutta l’infrastruttura e alimentarla anche economicamente con tante idee interessanti è funzionale ad avere oltre due miliardi di telefoni cellulari con il motore di ricerca Google integrato. Google infatti ha intuito bel 10 anni fa che il futuro della navigazione sul web sarebbe stato su smartphone e ci ha investito tutto ciò che poteva essendo nel posto giusto al momento giusto, quando i vari Microsoft,  Nokia ,  Motorola non erano così lungimiranti da pensare ad una nuova piattaforma.
Ad una infrastruttura così grande che pervade le nostre vite non mancano le critiche. La Cina per anni ha bandito l’uso di Google e così anche molti altri Paesi ritenendolo un raccoglitore di dati funzionale a ricerche del governo USA. La raccolta di informazioni sensibili ed il loro utilizzo sono sempre avvolte nel mistero. Sempre più utenti inconsapevoli sono oggetto di raccolte dati che non è detto siano utilizzati nel rispetto delle leggi dei vari Paesi. Persino gli algoritmi utilizzati per tale raccolta sono avvolti nel mistero pur essendo scritti in javascript e di fatto dovrebbero essere pubblici aprendo le varie pagine sul proprio browser.
Lo stile di vita aziendale , invece rappresenta il fiore all’occhiello. Vivere in ambienti stimolanti e soprattutto pieni di benefit che vanno a favore della creatività e delle buone intuizioni è stato sempre l’obiettivo e i suoi fondatori adesso poco più che quarantenni e a capo di una compagnia che per capitalizzazione vale quanto tutta la borsa italiana.
Buon compleanno Google
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