Didattica a distanza: più intelligenza emotiva e creatività, a colloquio con Stefano Centonze (video)

Nel dibattito di ieri pomeriggio con il caro amico Stefano Centonze è emerso ciò che un po’ mi aspettavo. A distanza di qualche mese dall’ottobre 2019 abbiamo discusso di come l’intelligenza emotiva può stimolare la didattica.
Stavolta ne abbiamo parlato con un occhio di riguardo verso la didattica a distanza. Sì, perchè, con la didattica a distanza si perde il contatto visivo, l’aggancio utile al docente per gestire la classe che era abituato a dovere a distanza di pochi metri.

Ecco, quindi, che Stefano mi fa notare che la comunicazione che ci viene in aiuto nella didattica a distanza non può sostenere gli stessi paradigmi della didattica in presenza. Il tempo durante il quale il docente riesce a motivare lo studente, come minimo all’ascolto, è limitato: massimo 20 minuti. Per di più le difficoltà di tipo tecnologiche e legislative, ad esempio legate alla privacy complicano ancora di più le cose.

Quindi come mescolare creatività ed intelligenza emotiva? In questo video dibattito di un’ora a colloquio con Stefano, emergono le criticità ma soprattutto vengono fuori le proposte: attività organizzate durante tutto il tempo alternando lezioni in videoconferenza, lavori creativi di gruppo anche on line, pause e molto altro. Organizzare i tempi in modo diverso contribuisce ad evitare quello stato di ansia, stanchezza e soprattutto la perdita di attenzione.

Quando si hanno gli studenti connessi senza video, vediamo solo una icona e un nome, non sappiamo quale sia la reazione dello studente dall’altra parte. Ecco, dice Stefano, avviare processi che portino a lezioni partecipate, chiamare gli studenti a rispondere via via durante la lezione, porta a tenere alta l’attenzione altrimenti il rischio è la banalizzazione di una lezione svolta alla cieca dove noi parliamo e noi ci ascoltiamo.
Godetevi il video, eccolo:

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