Per chi suona la campanella? Il diritto alla disconnessione negato ai docenti, come risolvere?

La didattica a distanza ci ha consegnato un mondo di tecnologia che prima molti docenti non riconoscevano o non avevano portato dentro la scuola.

Per quasi due anni ci si è organizzati on line con gruppi, sottogruppi, email, siti, risorse, circolari dell’ultima ora e molto altro.

Abbiamo vissuto un periodo senza guardare la scansione del tempo spesso 24 ore su 24, sette giorni su sette. Tutto per l’amore di far funzionare qualcosa che molti non conoscevano bene.

Il rientro a scuola in presenza e in una situazione di quasi normalità con riunioni effettuate on line ci ha ricordato che molta tecnologia viene in aiuto per evitare di correre rischi.

La tecnologia oltre a venire in aiuto scombina gli orari, sballa i ritmi permettendo a chiunque entrare in comunicazione a qualsiasi ora.

Avere la possibilità di capire se e quando un messaggio viene letto, consente a molti di avere il diritto di disturbarci in qualsiasi momento e guai a chi dice che non aveva letto o visto, guai a chi dice che non era al corrente della notizia.

Ma come districarsi tra l’esigenza di essere informati e il dovere di rispondere ma in orari consoni? Come comportarsi con il collega che alle 23 manda un messaggio chiedendo informazioni? E cosa dovremmo dire delle circolari che arrivano il sabato sera per il lunedì mattina che ad esempio trasmettono modifiche agli orari dell’ultima ora?

Per tutto questo non c’è normativa, purtroppo. Le vecchie norme impongono la comunicazione a mezzo carta quindi durante gli orari di servizio. Volendo trasporre tutto in chiave moderna nell’era di internet, forse sarebbe il caso di leggere le comunicazioni sino ad una certa ora e in certi giorni, evitando le giornate in cui la scuola è praticamente chiusa.

Una circolare che arriva il sabato pomeriggio non deve poterci informare di una cosa che accadrà lunedì mattina, troppo tardi. Dopo la chiusura del sabato, il docente sarebbe autorizzato a staccare tutto, anche il telefono, quindi non tenuto a leggere alcuna email messaggio o altro che lo informi sull’attività prossima ventura.

Ne va della salute mentale del docente, il Burnout spesso è una condizione alimentata dal fatto che non si stacca mai la spina. Sembra che siamo impegnati a far altro ma nel frattempo leggiamo le circolari, pensiamo, rispondiamo, messaggiamo con i colleghi, il pomeriggio, la sera, il sabato, la domenica. E siccome spesso la domenica ci preoccupiamo di preparare le nostre lezioni o di organizzare attività per il resto della settimana, allora si mette in moto il meccanismo della comunicazione via chat, domanda, risposta del collega, chiamata all’altro, insomma la campanella non suona per l’insegnante.

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