Didattica a distanza, sbagliato fare 6 ore di videolezioni, ecco perchè

Ripresa la didattica a distanza ritornano gli errori di sempre. Uno tra questi è quello di considerare la didattica a distanza allo stesso livello di quella in presenza e star lì a fare intere ore di videolezioni tenendo gli studenti incollati allo schermo come fosse una tortura.

Vediamo un po’ le differenze tra le due modalità.

La prima differenza che viene in mente riguarda il contatto visivo. Per quanto ci si possa avvicinare tra telecamere e altro, non è possibile stabilire lo stesso contatto visivo, se ne deduce che non è possibile stabilire lo stesso livello di attenzione. Ciò vale tra adulti, figuriamoci se non vale tra studenti e docenti. Studi approfonditi dimostrano che dopo i primi 20 minuti di videolezione, per così dire frontale, il livello di attenzione cala irrimediabilmente. E’ su questi tempi che occorre riflettere quando si costruisce un momento formativo on line.

Un altro fattore interessante è legato allo strumento specifico. Che ci piaccia o no, lo stare di fronte ad un monitor stanca e parecchio. Viene da ricordare i tempi imposti dall’INAIL per quei lavori che impongono l’uso del pc, per i programmatori, video terminalisti ecc.. E’ chiaro quindi che non è possibile chiedere davanti ai monitor lo stesso grado di attenzione che si richiede nella didattica in presenza.

Un ultimo fattore, non di poco conto, riguarda i tempi morti e le pause. Nella didattica in presenza spesso ci sono più tempi morti, interruzioni, momenti in cui non avviene la vera e propria lezione frontale, quella che si cerca di trasferire on line. Nella lezione in videoconferenza, a meno di problemi tecnici, le interruzioni sono meno frequenti, anche per via del fatto che il docente non ha il pieno controllo visivo della classe. Egli, quindi in 15 minuti arriva a dire ciò che avrebbe detto in mezz’ora in presenza. E’ ciò che accade spesso a me in varie occasioni.

Quindi che si fa?

Un imperativo categorico sicuramente è DIVERSIFICARE le attività. Dopo 20 minuti di lezione frontale, si può passare ad una fase partecipata, ad una esercitazione da svolgere anche su carta, ad una attività creativa.

Alternare le varie attività sicuramente consente agli studenti di evitare di dover stare sempre attaccati al monitor. Ciò vale anche per i docenti.

In ogni caso è preferibile non superare i 45 minuti di videolezione nel suo complesso. Successivamente 10-15 minuti di pausa consentono di rilassarsi, e mentre il docente prepara altra lezione magari per altra classe, lo studente mette in ordine ciò che ha fatto e fa una breve pausa, si alza fa due passi e si prepara per la lezione successiva.

A questo punto nascono spontanee alcune domande

Il docente fa 45 minuti di lezione o un’ora? E qui molti dirigenti o pseudo tali si dilettano a inventarsi norme inesistenti volte al recupero di quei 15 minuti al fine di sfruttare al massimo il docente. Così ogni 4 ore di lezione il docente, a detta di questi dirigenti, dovrebbe un recupero di un’ora per altre attività. Forse si perde di vista il fatto che la pausa è di per sé stessa lezione. E ciò avveniva anche in presenza. I tempi di cambio d’ora e stacco tra una lezione e l’altra ci sono sempre stati informalmente e così avviene on line dovendo fare attenzione anche alla diversità degli strumenti usati per la formazione.

L’alunno è pienamente coinvolto nelle lezioni? Oppure le segue passivamente? Questo è il grande dilemma di tanti docenti i quali inventano di tutto per accertarsi della loro attenzione ma non fanno nulla per catturarla adeguatamente. Forse cambiando strategia didattica si potrebbe riuscire? Forse la lezione partecipata, la didattica cooperativa, la creatività potranno stimolare l’attenzione? Forse, di certo c’è bisogno di un grande sforzo da parte del docente di reinventarsi una didattica nuova.

Tutte queste domande non trovano risposta nell’uso dello strumento fine a se stesso ma in qualcosa di diverso che consenta di modellare un nuovo stile cognitivo che faccia uso degli strumenti tecnologici senza banalizzarli.

Quindi dimentichiamoci la frenesia di tenere i ragazzi incollati ai monitor per 6 ore al giorno poiché si rischia veramente di banalizzare la didattica a distanza. Dimentichiamo anche orari che costringono gli studenti a stare on line anche 3 ore con lo stesso insegnante.

Ciò perchè c’è veramente il rischio di banalizzare anche le verifiche, ma di questo parleremo un’altra volta.

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