Didattica a distanza: in 3 mesi i docenti hanno imparato più che in 10 anni di formazione

E’ quanto emerge analizzando ciò che oltre 800mila docenti ha fatto dal 5 marzo rimboccandosi le maniche. Centinaia di migliaia di docenti hanno deciso di stare vicini agli studenti nel modo migliore possibile.

I docenti la cui formazione e in materia di tecnologie non era di certo il massimo, hanno avuto una forte motivazione dettata dalla circostanza. Una motivazione che ha consentito loro di lavorare h24 e di formarsi anche in autonomia. Sono nati gruppi di collaborazione, siti, corsi gratuiti tra cui uno erogato dal sottoscritto, è nata una fortunata sezione in questo sito molto visitata e seguita. Tutto in poco tempo.

Di certo possiamo dire che i docenti sono più capaci di prima nell’elaborare contenuti in formato elettronico, usare strumenti di videoconferenza, gestire classi a distanza e molto altro. Tutto ciò che potrà essere tesoro anche per i prossimi anni, quando la didattica sarà di nuovo in presenza.

Il fenomeno ci consente di avere delle risposte chiare ed inequivocabili in termini di formazione: la motivazione. Un docente può affrontare decine di corsi di formazione, acquisire attestazioni ma non produrre nulla sul piano didattico che porti dei risultati tangibili.

Quando i docenti della scuola italiana si sono trovati di fronte ad un problema serio come quello di una scuola chiusa a tempo indeterminato, hanno pensato che non c’era tempo da perdere e si sono messi al lavoro senza sosta 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per fornire il minimo servizio ai propri studenti.

Ciò nasce per una fatto deontologico e non per un dovere professionale, visto che nessun contratto prevede un simile impegno. Questo fa si che i docenti siano entrati nelle case degli studenti e delle loro famiglie, si siano fatti vedere anche fragili con le proprie paure e le proprie incapacità sul piano tecnologico ma con tanta voglia di fare.

Anche gli studenti e le loro famiglie sono entrati nelle case degli insegnanti, li hanno visti li pronti mentre intorno la vita di casa correva frenetica. Li hanno visti incollati ai pc giorno e notte. Di giorno a fare attività didattica, di notte a prepararsi e imparare sempre di più.

Mi fa piacere pensare che a settembre si possa tornare a scuola in presenza con una marcia in più, anzi due: la prima sarà quella che consentirà un uso più agevole delle tecnologie a scuola, la seconda sarà una chiara consapevolezza da parte delle famiglie del ruolo determinante dei docenti della scuola italiana sempre pronti a faticare e lavorare al massimo.

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